Atlante delle emozioni umane by Tiffany Watt Smith

Atlante delle emozioni umane by Tiffany Watt Smith

autore:Tiffany Watt Smith [Smith, Tiffany Watt]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2019-03-20T23:00:00+00:00


• MERAVIGLIA

Nel labirinto di negozi che si trovano sotto la stazione di Charing Cross a Londra, ce n’è uno che rischia di restare un po’ troppo nascosto, “Davenports Magic”: un vero paradiso per i bambini, che restano a bocca aperta davanti ai commessi impegnati in vari numeri di magia, dal far levitare semplici carte da gioco al far scomparire palline di gomma da sotto un bicchiere. I genitori, di solito, indugiano all’ingresso: sorridono perché sanno dov’è il trucco. A volte però può capitare anche agli adulti di sgranare gli occhi, quando il mondo per come lo conoscono smette di funzionare nel solito modo, e tutto quanto diventa di nuovo strano e incantevole come quando erano piccoli anche loro.

Forse molti di noi riconducono la sensazione di essere “stupiti”, “sconvolti” e “sbalorditi” solo alla dimensione dell’infanzia e dell’ingenuità. Nel lungo arco di tempo tra il Duecento e il Seicento, però, la meraviglia era considerata una reazione importante – e opportuna – ai misteri incontrati lungo tutta la vita. I filosofi e gli scienziati credevano di vivere in un mondo disseminato di oggetti rari e miracolosi. Si pensava che molti animali fantastici fossero reali, per cui i ricchi compravano zanne di alligatore convinti che fossero denti di drago, oppure frammenti di bezoario2 credendo che potessero funzionare come antidoto ai veleni: dopo di che, mettevano in mostra questi oggetti nelle loro Wunderkammer (spesso il termine si traduce con “gabinetto delle curiosità”, ma sarebbe più corretto parlare di “stanza delle meraviglie”). Era un mondo in cui le “nascite mostruose” – bambini venuti alla luce deformi che non sopravvivevano più di qualche ora – venivano considerati avvertimenti da parte di Dio riguardo una catastrofe ancora al di là da venire.

Se pensiamo al miscuglio di reazioni che provocava – dalla CONFUSIONE alla sottomissione, dalla soggezione alla PAURA – ci risulterà facile capire come mai la meraviglia era considerata un’emozione tanto potente da poter arrivare a danneggiare le persone in maniera irreparabile: stando a quello che dice Amleto, i lamenti di Orazio sulla tomba di Ofelia invocano «le stelle e le fanno star ferme come ascoltatrici trafitte di meraviglia». Tanto centrale si credeva fosse questa emozione all’interno dell’esperienza umana che quando Cartesio scrisse delle sei «passioni primitive» nel 1649, citò per prima proprio la meraviglia (soltanto dopo mise l’amore, l’odio, il desiderio, la gioia e la tristezza). La definiva così: «Una sorpresa improvvisa dell’anima, per cui essa si volge a considerare con attenzione gli oggetti che le sembrano rari ed eccezionali» (si veda alla voce: SORPRESA).

A ulteriore dimostrazione dell’importanza della meraviglia in questo periodo storico, l’emozione era al centro di dibattiti molto accesi. Secondo diversi teologi, la meraviglia, con la sottomissione e l’UMILIAZIONE che richiedeva, era l’unica reazione accettabile da parte dell’uomo davanti al mondo creato da Dio. Sant’Agostino ammoniva a non cercare di contare le stelle nel cielo o i granelli di sabbia, dato che un’azione simile sarebbe stata soltanto una prova di fatua curiosità, e di quell’orgoglio che sbarrava la strada alla devozione umile e genuina.



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